mercoledì 29 febbraio 2012

Intervistato da Vanity Fair, James Franco parla degli Oscar, Hugh Hefner e del suo tributo a Natalie Wood

L'anno scorso a quest'ora James Franco era sommerso dalle critiche per la sua co-conduzione degli 83° Academy Awards con Anne Hathaway. Quest'anno è Billy Crystal ad essere criticato per come ha presentato gli Oscar (anche se per ragioni interamente diverse), e Franco è tornato a fare ciò che ama di più: creare labirintici percorsi artistici che in qualche modo si incrociano e si collegano. Per parlare dell'ultimo progetto – la campagna pubblicitaria di 7 For All Mankind, ispirata a "Gioventù Bruciata" – il moderno uomo del Rinascimento è stato contattato telefonicamente da VF.com per discutere dei suoi poliedrici progetti, di cosa pensa dello show di domenica sera e del perché nessuno dovrebbe mai dare la colpa al conduttore degli Oscar.


Julie Miller: Come sta andando la giornata? 

James Franco: Non male. Ho preso il volo notturno da Los Angeles e stamattina sono andato a lezione.

Sei sempre così impegnato. Dove trovi il tempo per dormire?
 
Dormo sugli aerei. 

Uno dei tanti progetti a cui stai lavorando è la tua campagna pubblicitaria per 7 for All Mankind. Com'è nata l’idea? 
[L'agenzia pubblicitaria] Lipman aveva un nuovo cliente, 7 for All Mankind, e sapevano che desideravano dei cambiamenti. Di solito lavorano con grandi fotografi, ma [ride] immagino che volessero qualcosa di diverso questa volta, perché sono venuti da me. Ciò che cercavano andava benissimo con le mie esigenze – non sono un fotografo professionista, ma avevo già girato delle lunghe sequenze con diversi mezzi usati contemporaneamente. Così abbiamo usato Polaroids, macchine digitali, e pellicola da 8mm.

Cosa ti piace della fotografia di moda?

Dopo aver lavorato con Elle per un progetto, ho lavorato con Agyness Deyn e Natalia Bonifacci, e un ragazzo che lavora per Visionaire, il quale mi ha portato a fare il mio primo servizio fotografico per VMAN. Dopo aver fatto queste cose, ho acquisito più sicurezza, e ho iniziato ad apprezzare davvero gli scatti di moda. Le foto permettono di andare in direzioni estreme e, diversamente dai film, non devono necessariamente dipendere da una narrazione – anche se puoi sempre raccontare una storia attraverso di esse. Però non è necessario incastrarle nelle strutture di una specie di arte narrativa. Lo fai se lo vuoi fare. E per me c'è qualcosa di veramente liberatorio in questo.


Però hai incorporato una storia relativa al dietro le quinte di "Gioventù Bruciata".

In un certo senso sì. Abbiamo lavorato ad un progetto per il MOCA di Los Angeles chiamato Rebel. È una grande collaborazione tra artisti contemporanei come Paul McCarthy, Damon McCarthy, Douglas Gordon, Harmony Korine, Ed Ruscha, e Aaron Young. Alcune delle sequenze di cui parlavo prima – che abbiamo girato in una notte con diversi mezzi e in diversi formati – sono state fatte per questa installazione che aprirà a maggio. La campagna per 7 for All Mankind sembrava adattarsi molto bene a quel progetto, considerando che è stata girata a Los Angeles con lo stesso tipo di approccio multimediale. Abbiamo anche inserito alcune delle tematiche di Rebel.


Ad esempio quali?

Ci eravamo concentrati parecchio su James Dean, Nicholas Ray [il regista di Gioventù Bruciata] e Dennis Hopper. Poi ho girato un film sull'ultimo giorno di vita di Sal Mineo. Ma non abbiamo pensato molto a Natalie Wood. Stranamente, proprio quando stavamo per iniziare le riprese, è stato riaperto il caso sulla morte di Natalie. Stavamo girando sulla spiaggia e sembrava che ci fossero degli spunti legati a Natalie Wood che potevano essere trattati in modo molto libero.


Tu hai interpretato James Dean nel periodo in cui stava girando "Gioventù Bruciata". Cosa ti ha portato di nuovo a quell'icona e a quel periodo della sua vita?

Credo che ciò che mi intriga riguardo a Gioventù Bruciata sia che ci sono così tanti strati e diverse casse di risonanza intorno a questo film. C'è il tema principale che è la ribellione adolescenziale, il conflitto tra genitori e figli, tematiche Freudiane, e al di là di questo c’è tutta l'eco che deriva dalle persone che hanno lavorato al film. Poi tutte le leggende che circondano queste figure – se siano reali o inventate, a questo punto, non importa molto, perché 57 anni dopo, la finzione è tanto potente quanto i fatti. Si può estrapolare così tanto da quel film.

Si tratta di una campagna pubblicitaria, ma ti sei mai preoccupato del fatto che alcune persone potrebbero interpretarla così, cioè "James Franco si mette a vendere jeans?"
No, affatto. In un certo senso è come se ci fossimo infiltrati nel mondo della moda con la nostra idea. Io lo vedo come un qualcosa di creativo. Sto lavorando a un documentario su Gucci perché mi interesso ad ogni tipo di processo creativo. Una cosa che accade a chi lavora nel circuito commerciale, nel cinema, nella televisione è che tendono ad appropriarsi di qualsiasi cosa che venda i loro prodotti. Immagino che quando mi hai fatto quella domanda, hai voluto dire che le campagne pubblicitarie servono solo per vendere, ma considerando il modo in cui vengono fatte, io la vedo diversamente, quasi come un insieme dei due mondi. Le idee e le immagini che abbiamo creato per l'installazione del MOCA ora saranno distribuite attraverso gli sbocchi del mondo della moda.

 

I tuoi video e le foto sono ispirati alla Los Angeles degli anni '70 e so che hai appena finito di girare "Lovelace", allo stesso modo ambientato negli anni '70. Come ti sei preparato per interpretare Hugh Hefner?
Ho guardato il maggior numero di interviste possibili che Hugh Hefner ha rilasciato in quel periodo. Quella parte richiedeva solo un giorno di riprese, ma è un uomo davvero interessante ed è stato divertente interpretarlo.


Sembra che indossassi un completo in velluto riccio. Lo considereresti un look da far tornare di moda?

Era molto comodo.


Hai appena firmato per un progetto coon Jonah Hill, nominato agli Oscar quest'anno. Hai visto lo show domenica?

Certo che ho visto gli Oscar. Ero alla Soho House a Los Angeles.


Come ti è sembrato?

C'era molta confusione, non sono riuscito a sentire niente [Ride]. Visivamente, il numero del Cirque du Soleil sembrava molto bello, ma non ho sentito nulla.
 

Da quello che dice la gente sembra che ogni edizione degli Oscar sia la peggiore – e si criticano sempre i conduttori, come quest'anno con Billy Crystal. Cosa pensi di questa situazione?
Credo che gli Oscar siano un evento peculiare dell'industria cinematografica in cui colleghi danno premi ai loro colleghi. Però è anche un grande evento televisivo, quindi ci sono pressioni a che si crei dell'intrattenimento, quando invece si dovrebbero solo consegnare dei premi. E non è una situazione facile, perché non è che di per sé sia un'attività così interessante, però hai lo stesso un sacco di pressioni per renderla divertente – e poi c'è da considerare anche che è ormai una tradizione, eccetera. Devi cercare di rispondere a tutte queste esigenze e piacere a così tanti e diversi campioni di persone. È uno spettacolo strano che ha, a mio parere, troppe pressioni da troppe parti. Dare la colpa a Billy Crystal per lo show è ridicolo. C'è troppa gente coinvolta. E pensare che Billy Crystal abbia organizzato tutto quello che non è andato bene l'altra sera è ridicolo.
 

Sembra che in ogni momento tu abbia sempre un progetto diverso a cui lavorare. Qual'è il Metodo Organizzativo James Franco?
Devi chiedere alla mia assistente Anna. Per arrivare in tempo in ogni posto in cui devo essere, dipendo da Anna. Le mie settimane sono organizzate bene e ho uno specifico numero di progetti a cui lavorare ogni volta. [Ride] Faccio in modo di avere tempo per ogni parte della mia vita.

fonte Vanity Fair 
traduzione italiana di Chiara Fasano per JAMES FRANCO ITALIA

16 commenti:

  1. domanda perchè parla al plurale ?? :D

    "Di solito lavorano con grandi fotografi, ma [ride] immagino che volessero qualcosa di diverso questa volta, perché sono venuti da me." XD

    brava frida che fan sfegatata sa come "spremere" franco

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    1. Il "lavorano" è riferito a quelli della 7FAM ;)

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    2. ahhhhhhhhhhhhhhhh ok ..
      mi ero illusa pensando ci fossero più james franco nel mondo :D

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    3. Secondo me ci sono più James Franco nel mondo. E' l'unica spiegazione al suo iperattivismo. Il fatto dell'assistente in gamba che gli sistema l'agenda è una copertura. XD

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    4. Dicono che nel mondo ci siano sette persone uguali a noi.. potrebbe essere :D oppure ha due fantagenitori

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    5. Ahaha due fantagenitori...beh ci vedrei bene vince e annaXD

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  2. Intervista molto interessante, come al solito, soprattutto quando parla del rapporto tra arte e moda e della pubblicità come processo creativo.
    Non vedo l'ora di vedere il documentario su Gucci. Spero che, da bravo documentarista, passi del tempo sul campo, cioè nel Paese natale della maison con la doppia G. eheh

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    1. guarda meglio di no! .. sicuramente poi succede come per le foto di Gucci's MADE TO MEASURE scattate a roma D:< !!

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  3. Santo cielo Chiara, non avevo pensato a questa eventualità ahah

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  4. Un documentario su Gucci...che bello(una ne pensa e cento ne fa)beh allora ci sta un bel periodo qui per entrare nell atmosferaXDsono pronta a trasferirmi subito:D

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  5. Anna...
    forse l'avrò già vista, ma qualcuno mi può dire chi è?

    Possibile che riusciamo a vedere solo il 50% (se non meno) dei suoi progetti?! Quanto vorrei aprire quell'agenda e vedere tutti gli impegni settmanali di James!

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    1. Ricordi le ultime foto scattate dai paparazzi all'aeroporto di Los Angeles a gennaio? Anna è la ragazza che sta con lui.^

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  6. Si vede anche nel primo Behind The Scenes di "Child Of God", no? :)

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    1. Ah, è vero, sì è sempre lei. Scherzano sul fatto che non gli abbia portato la colazione quella mattina.

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  7. Progetto sempre più interessante, io personalmente sono molto affezionato alla figura di Natalie Wood e aspetto trepidante. Anzi, mi sa che prossimamente un Gioventù bruciata andrebbe rivisto :)

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    1. Gioventù bruciata andrebbe sempre rivisto! :)

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