venerdì 28 dicembre 2012

Unpacking Warhol

di James Franco



Marcel Duchamp, com'è noto, osservò che l'artista un giorno avrebbe puntato un dito e decretato che una qualunque cosa è arte. Ma cos'è che dà quel privilegio a coloro i quali puntano il dito? E cosa conferisce valore alle opere che designano come arte – anche se l'opera consiste in ciò che i più considererebbero spazzatura?

Nel caso di Andy Warhol, il padrino della Pop Art, quasi tutto ciò che ha toccato, ora ha un certo valore. Le Capsule del Tempo che ha creato dal 1974 fino alla sua morte, nel 1987, sono una serie unica. In pratica, Warhol impacchettava in scatole di cartone (spesso quelle che avevano contenuto le copie della sua rivista Interview), i rifiuti quotidiani della sua vita: carte di gomme, lettere, camicie, inviti, parrucche, periodici, fotografie, giocattoli, biglietti, bottiglie, scontrini, schizzi, sigarette. Firmava e datava le scatole – ognuna delle quali rappresentava una sorta di collage vérité – e le conservava. A un certo punto decise di allestire una mostra di quelle scatole alla Leo Castelli Gallery. Agli acquirenti non doveva essere permesso di aprire le scatole prima di comprarle: doveva essere un esercizio di vendita di arte come pesca a sorpresa. Così, ad esempio, un compratore avrebbe avuto la scatola dei quotidiani di New York in cui si parla del serial killer Figlio di Sam. Un altro l'uniforme da marinaio del film Querelle di Fassbinder. La mostra non fu mai realizzata, probabilmente perché Warhol era un accaparratore compulsivo e non si sarebbe lasciato sfuggire nulla dal suo possesso. Dopo la sua morte, le scatole – 612 in tutto – furono donate all'Andy Warhol Museum di Pittsburgh dalla Andy Warhol Foundation.

Negli ultimi cinque anni, gli archivisti del museo hanno aperto le Capsule del Tempo e catalogato i contenuti. Sono a circa due terzi del processo. Ecco un estratto del rapporto di un curatore riguardo alla Time Capsule 158, probabilmente sigillata nel 1977.

busta di carta Bianca della Rizzoli International Bookstore and Gallery contenente Junk di William. S. Burroughs © 1977 con l'inscrizione "For Andy Warhol, All the best William S. Burroughs"; … busta per le lettere e lettera scritta a mano da Elizabeth Taylor al Sig. Andy Warhol nessun francobollo, lettera datata 21 marzo 1977; … tazza e piattino di American Airlines, la tazza e il piattino entrambi bianchi con una linea blu al margine esterno, [tazza e piattino avvolti individualmente in fazzoletti di stoffa];… busta, invito all'anteprima della mostra di Robert Irwin il 15 aprile e piccola nota di spiegazione dell'esibizione, dal Whitney Museum of American Art al Sig. Andy Warhol, nessun francobollo; … fotografia a colori 5x7 pollici di Andy Warhol e un uomo sconosciuto in piedi vicino al Dane di Andy Warhol (Great Dane)

Da quest'autunno, il Metropolitan Museum of Art presenta "Regarding Warhol", un'esibizione che mette in mostra l'influenza di Andy Warhol sugli artisti contemporanei. Dal 1994 varie capsule e i loro contenuti sono state di dominio pubblico. Il processo di disimballaggio è quindi diventato una sorta di performance di Warhol direttamente dalla sua tomba. La sua ultima opera d'arte? Un ultimo scherzo? Il genio di Warhol riesce ad essere sia una cosa, sia l'altra.

Articolo originale pubblicato su Vanity Fair

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