giovedì 8 agosto 2013

All Over the Place in New York



di James Franco

Ho visto un po' di cose di recente. Ce le ho tutte mescolate nella testa. Così ho deciso di provare a buttarle giù per iscritto e condividerle con voi:

Fino allo scorso week-end, al Park Avenue Armory di New York era allestita la mostra di Paul McCarthy e suo figlio Damon su Biancaneve, chiamata WS. Questa è solo una parte dell'ostile incursione nel mondo dell'arte newyorkese dei McCarthy. Il loro lavoro più recente includeva anche un'enorme esibizione di palloni sullo stile di Jeff Koons durante l'Art Frieze e due installazioni all'Hauser & Wirth - una con bellissime sculture che esploravano sempre la storia di Biancaneve - e poi la porzione della nostra Rebel, la mostra che abbiamo allestito al MOCA di Los Angeles nel 2011 in cui Paul interpretava una versione di Nicholas Ray e io una versione di James Dean (poi Paul coinvolse il pornodivo James Deen per interpretare me che interpretavo James Dean. Io non sapevo nulla di tutto ciò fino a quando incontrai Deen durante una festa per la mostra e mi disse tre volte quanto si sentiva onorato di aver fatto da controfigura del mio pene... ma parlerò di lui tra poco).

Nonostante WS non ci sia più all'Armory da domenica, per i McCarthy le loro opere non finiscono mai e hanno deciso di portare il loro gigantesco progetto in uno studio di Los Angeles per continuare a lavorarci. Se non avete avuto modo di vederlo, avete perso un'occasione. E' una splendida immersione nel mondo di Biancaneve che tutti conosciamo, ma distorto in modo da porre in primo piano tutte le esperienze sessuali e formative della giovinezza e l'educazione della famiglia con quel senso del grottesco tipico delle opere di Paul McCarthy. Paul interpreta un personaggio composito, un incrocio tra Walt Disney e suo padre e Biancaneve un incrocio tra la versione del cartone della Disney e sua madre. Questi personaggi fanno feste con i nani (vestiti con felpe della UCLA e di Yale), si ubriacano, fanno baldoria e fanno strani giochi sessuali l'uno con l'altro. Al centro dell'installazione c'è l'immensa foresta in cui si muovono i personaggi, qui presentata come una scultura.

La mostra di James Turrell al Guggenheim è molto diversa, ma non del tutto slegata dalle esperienze coinvolgenti di McCarthy. Turrell, insieme al suo ex insegnante Bob Irwin, è uno dei più grandi scultori della luce e ha trasformato la rotonda del museo in un enorme cangiante crepaccio di colore. Questa mostra, parallelamente a quella gemella del LACMA, serve per far conoscere il progetto Rodin Crater, allestito vicino Flagstaff in Arizona, a cui Turrell sta lavorando da decenni - è una delle più recenti opere non finite del grande movimento di land-art degli anni '60 e '70. Sono stato lì non tanto tempo fa. Come le installazioni del Guggenheim e del LACMA, utilizza la luce e la nostra relazione con lo spazio per scolpire con la luce naturale, e il cielo diventa l'opera d'arte stessa.

C'è un grande one-man show al Barrow Street Theatre chiamato Buyer and Cellar, una messa in scena dello strano centro commerciale che ha Barbara Streisand sotto casa a Malibu. Lo spettacolo è proprio vicino alla mia via: Michael Urie di Ugly Betty intepreta sia un attore in disarmo che vive nel centro commerciale vuoto sia una strana versione della Streisand che scende nel centro per negoziare con il suo nuovo impiegato in merito alla sua merce nel suo negozio. La relazione (entrambe le parti sono interpretate da Urie) si sviluppa in un una unilaterale in cui Barbara avverte che il suo impiegato rispetta la sua vita immaginaria, così può abbandonarsi a fantasie con lui: si travestono, fanno le prove per un possibile adattamento cinematografico di Gypsy e parlano dei loro sentimenti segreti - bhè. almeno dei sentimenti segreti di Barbara. Alla fine, le cose sembrano prendere vie diverse quando il fidanzato dell'attore in disarmo (sempre interpretato da Urie) smonta il mondo fantastico della Straisand in una brillante esegesi dei suoi film e della sua carriera. Ovviamente il tutto a che fare più con la fama, la fantasia, l'intrattenimento e il personaggio pubblico della Streisand piuttosto che con la sua persona ed è questo che lo eleva ad un'ingegnosa analisi dell'idea di personaggio pubblico.

Tutte le esibizioni di cui ho scritto fin ora interagiscono con il pubblico in maniera molto diretta. In qualche modo sono come il video di Romanek in cui Jay-Z rappa in una galleria con una persona alla volta. Sono progettate per portare lo spettatore in un posto privato. Il quarto muro viene abbattuto o, almeno, è sfocato, con l'eccezione che tutte le persone nel video di Jay-Z erano famosi tipi creativi. Le esibizioni di McCarthy, Turrell e lo spettacolo teatrale sono progettate per stabilire una connessione con qualsiasi tipo di pubblico.

Ho anche visto qualche film di recente. Il nuovo di Woody Allen, la sua speciale versione di Un Tram Che Si Chiama Desiderio, è straordinario oltre ogni misura. Tutti sono fantastici, ma porca miseria, Andrew Dice e Bobby Cannavale nei panni di due diverse versioni di Stanley Kowalski sono una visione. Cannavale è la versione più sensibile, che piange quando la sua ragazza può lasciarlo per una nuova vita con sua sorella e Dice Clay che si trascina cercando di sembrare un brav'uomo è semplicemente perfetto.

Ho visto anche Francis Ha e The Canyons mettendoli in parallelo: due ritratti di persone creative che cercano di avere successo. Il film di Baumbach è piacevole e ben fatto. Mi ha fatto amare New York come i vecchi film di Woody Allen mi fanno amare New York. The Canyons è stato fatto probabilmente con lo stesso budget e mi ha fatto odiare Los Angeles come i reality show mi fanno odiare Los Angeles. Schrader è uno dei miei commentatori di film preferiti, il suo libro The Trascendental Style è più che straordinario. E come regista cerca sempre di fare film onesti, ma The Canyons... mmmmh, che dire? Non molto. Immagino che se scritturi nel cast Jean-Claude Van Damme in un film, gli fai fare arti marziali. Altrimenti, perché dovresti scritturarlo? E se prendi un pornodivo, allora ci fai vedere un po' di porno. E' un film triste, triste ad un livello meta-cinematografico, cioè, mi sento triste per le persone che hanno lavorato al film, ma immagino che voglia essere triste. Nonostante questo, credo che Schrader sia un autore notevole perché cerca sempre di essere innovativo in un'età in cui tutto cambia in continuazione.

fonte Vice / traduzione Chiara Fasano

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