domenica 16 marzo 2014

The Blurring of Fact and Imagination in 'Sway'



di James Franco

Sway, di Zachary Lazar è un turbinoso romanzo a episodi, in cui i Rolling Stones di fine anni '60, il regista d'avanguardia Kenneth Anger e l'adepto della Manson Family, Bobby Beausoleil si muovono sullo sfondo di una vorticosa, ma efficace esplorazione della nascita e della caduta del misticismo negli anni '60. La vita di queste persone reali fa da base per una ricostruzione di personaggi inventati dall'estro di Zachary..

Con questa struttura, però, non si vuole competere con gli eventi famosi di cui furono protagoniste le controparti dei personaggi creati da Sway. Piuttosto, l'autore utilizza tali eventi come meccanismi che inneschino dei pensieri interiori e diano profondità ad azioni private. Zachary descrive questi pensieri in modo molto dettagliato, intimo e specifico. I personaggi reali non sarebbero mai stati in grado di portare alla mente con tanta chiarezza e specificità quello che pensarono o fecero in quelle occasioni nel passato. Immagino che il successo del libro sia dovuto proprio a questo attento equilibrio tra ricerca e immaginazione plausibile.

Ovviamente, tale combinazione di ricerca e immaginazione è presente in ogni tipo di libro—ma qui l'approccio è più simile al modo in cui un attore si prepara per interpretare un personaggio storico. Si possono fare ricerche più o meno esaustive, si può leggere tutto ciò che è stato scritto su di lui o su di lei, ma alla fine ci saranno sempre dei momenti, delle scene e degli interrogativi del personaggio a cui la ricerca non potrà rispondere adeguamente. E' qui che entra in scena l'artista per riempire il vuoto.

Saltare nella storia per colmare la vita interiore immaginativa ed emotiva del personaggio (specialmente di un personaggio storico) è sempre un'operazione molto delicata. Ma è anche quello che mi intriga di più come attore, sceneggiatore e regista. Adattare un materiale che è già stato elaborato precedentemente e cospargerlo della propria artistica polvere di fata, è profondamente gratificante.

Usare l'ekphrasis—un espediente con cui un medium artistico è utilizzato per catturare lo spirito di un altro—come meccanismo narrativo è un proposito davanti al quale la maggior parte degli autori moderni si scoraggia. La evitano. Ma quando è utilizzata propriamente, ha come risultato una sorta di meta-contestualizzazione, alla quale non si può aspirare utilizzando solo la pura e semplice narrativa.

Sway è il primo libro degli ultimi tempi ad aver raggiunto in pieno questo risultato, utilizzando i film di Anger, la musica e le performances di Beausoleil e la musica degli Stones per rivelare una più profonda verità sull'argomento di cui si occupa. Si tratta di una tecnica simile a quella che può usare un biografo per riempire certi vuoti (la biografia di Keith Richards, Life, ne è un esempio lampante). Ma Zachary, confondendo il materiale e le sue interpretazioni con una narrativa di finzione, fa credere al lettore di essere, di fatto, nella testa dei personaggi.

Ci riesce aggirando le precedenti reali interpretazioni di quei fatti, respingendo analisi scolastiche e teorie critiche in modo da non impedire a Zachary di raccontare la sua storia e concedendo al lettore molto più spazio per un'interpretazione personale, liberandolo da anni e anni di altre opinioni e critiche.

E' importante considerare che Zachary non vuole arrivare a Fantasilandia con le sue interpretazioni. Vuole solo che i suoi ritratti somiglino ai personaggi che conosciamo e amiamo (o detestiamo—ma il suo universo inventato lo libera dalla costrizione di qualificare le interpretazioni come congetture. Anzi, quell'universo è vangelo.

Ad esempio, piuttosto che elaborare delle speculazioni di inevitabile insuccesso, tipiche di un critico che cerca di dedurre cosa avesse in testa Kenneth Anger quando realizzò Scorpio Rising o Lucifer Rising o Invocation of My Demon Brother, Zachary ci dice la sua versione di quello che Anger stava pensando quando li realizzò. E, considerato tutto ciò, la sua intepretazione è molto più intensa di tutte le speculazioni elaborate da accademici o da riviste di cinema. Poco importa se è lontana dalle vere ispirazioni del vero Anger. E' una verità assoluta nell'universo alternativo di Sway.

Non molto tempo fa ho lavorato ad un progetto con l'ottantasettenne Anger, il quale mi ha detto di non aver mai sentito parlare di Sway. Questo ha confermato il mio sospetto che Zachary non avesse consultato il materiale del libro direttamente, affidandosi, invece, a informazioni biografiche e interpretazioni arbitrarie. Proposito rischioso, ma è anche il preciso motivo per cui il romanzo ha successo.

Inoltre, le azioni principali dei personaggi di Sway hanno come comune denominatore il processo collaborativo. Queste collaborazioni sono come dei paletti da tenda ai quali sono collegate le vite dei personaggi in una miriade di direzioni diverse. Spesso Anger e i suoi lavori sono usati come tessuto connettivo, confluendo sia in fruizione creativa sia in conflitto interiore. Gli Stones sono una sintesi di disparati stili musicali, influenze e volontà di reinventare sempre il proprio sound; Anger fa uso di immaginari e rituali religiosi arcani per dare forma all'aspetto trascendentale dei suoi film; e Beausoleil è una figura strana, indistinta e, in momenti cruciali, si trova o nel posto giusto o nel posto sbagliato—indirizzando la storia in diverse direzioni.

Ciò che è ricostruito segue il racconto storico delle reali controparti dei personaggi, ma in un modo che permette al lettore di riconsiderare la verità di ciò che è stato raccontato, rendendo l'intera esperienza quasi soprannaturale. Gli Stones fanno musica fantastica, ma Brian Jones e Keith Richards si scontrano per una ragazza e Brian Jones finisce per sprofondare nella droga e poi annega nella sua piscina (assassinato?), dopo essere stato cacciato dalla band.

Bobby Beausoleil all'inizio della sua carriera è un musicista, ma poi incontra Anger ed entra nel cast di Lucifer Rising. Ma per essere all'altezza della sua leggendaria reputazione, Beausoleil scappa con le pellicole del film nel mezzo della produzione e le dà a Charles Manson, che le seppellisce nel deserto.

Il lettore segue Anger—un vero professionista della teoria del montaggio di Sergei Eisenstein—mentre scopre un approccio innovativo al cinema che include materiale omoerotico privato, uno stile documentaristico e un occultismo che poggia sull'aspetto visivo, più che su una narrativa basata esclusivamente sul dialogo. Anger è celebrato da personalità d’avanguardia come Cocteau, ma generalmente ignorato dal grande pubblico. Ottiene attenzione e rispetto da giganti della cultura come Mick Jagger, mentre gli attori dei suoi film lo ricoprono di accuse per non essere stati mai pagati per il loro lavoro.
E' quasi come se Zachary utilizzi questa accurata selezione di arte e di personaggi creativi in un momento culturale ben preciso come contorno per figure di uno strano libro da colorare, in cui egli stesso ha macchinosamente aggiunto dei colori che non esistono nella vita reale. E' proprio qui che Sway arriva alla verità—o ad una verità—su quello che serve per fare della vera arte ed essere dei veri artisti. In fin dei conti, non è proprio tutto rose e fiori.
@VICE, traduzione italiana Chiara Fasano

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