venerdì 23 maggio 2014

Made for Broadway



di James Franco

Sappiamo che Steinbeck fu un grande amante del teatro. In Journal of a Novel, il suo resoconto sulla scrittura de La Valle dell'Eden, accenna di aver assistito a diversi musical. Aveva un grande rispetto per la magia del teatro e per gli attori che danno vita ai personaggi. Adorava drammaturghi come Arthur Miller che dava energia e linfa vitale ai suoi caratteri. Sebbene Uomini e Topi sia la unica opera scritta da Steinbeck per il teatro, essa si erge come un pilastro, come fondamenta per la storia del teatro americano. La trama ha la solidità di una quercia e ha al centro l'amore di Steinbeck per l'umanità; è la storia di un profondo legame tra due persone.

Uomini e Topi, il racconto, fu scritto come una sperimentazione, un ibrido tra dramma e prosa. Io credo che Steinbeck l'avesse intenzionalmente scritta destinandola alla rappresentazione, data la sua forte dipendenza dal dialogo e il limitato numero di location. Il racconto segue perfino l'unità aristotelica di tempo, spazio e azione. Nel 1937 quelle intenzioni si concretizzarono e Steinbeck adattò la novella per una produzione a Brodway, diretta da George Kaufman. Io oserei dire che si tratta di un'opera ancora più forte della novella—uno sviluppo narrativo dei personaggi più snello e serrato e l'inevitabile tragedia.

La storia si costruisce su un "sogno"—il sogno di George e Lenny di avere un "Posto". "Non molti uomini viaggiano insieme", il pubblico sente ripetere in continuazione. Non è usuale vedere due uomini così vicini come Lenny e George, è quasi innaturale. Se alcune scene evadono dal sogno, è perché gli sono antagoniste: la durezza del ranch, l'isolamento dello stile di vita di un operaio migrante, il disprezzo degli esseri viventi, come il cane di Candy o l'ostracismo della minoranza (Crooks perché è nero; la moglie di Curly perché è una donna; Candy perché è vecchio e zoppo; Lenny perché è ritardato).

Non appena un qualsiasi personaggio sente del loro sogno, il "Posto", salta a bordo anche lui insieme a George e Lenny perché tutti condividono quello stesso sogno. E' facile identificarsi con i personaggi prché reprimono i loro sogni, come succede a molti di noi. Nell'amicizia tra Lenny e George, Steinbeck disegna un conflitto tra l'uomo e il sistema; è come se fossero due lati di una stessa persona. Lenny è il cuore esposto, George è il protettore paternalista con il suo personalissimo tipo di amore. Durante il dramma, George sogna in grande tanto quanto Lenny; vuole le stesse cose che vuole Lenny—essere libero, arrivare ai conigli e alle cose soffici della vita—ma le ha soppresse perché ha bisogno di proteggere se stesso e Lenny, in un clima troppo duro.

Questi personaggi sono un po' distanti da Steinbeck—specialmente nella versione per il teatro—perché la relazione tra George e Lenny è più stretta di qualunque altra. Perfino Tom Joad e sua madre non sono altrettanto legati dalla vita e dalla morte quanto lo sono Lenny e George. Steinbeck ha scritto spesso di gruppi umani, ma con George e Lenny ha scritto dell'intimo amore tra due uomini e, sebbene ci siano molti indelebili personaggi di Steinbeck che brillano lungo le sue opere, nessuno raggiunge i toni profondi e tragici che hanno toccato Lenny e George quando ha li ha dati alla luce.

Uomini e Topi è uno dei tre libri sulla vita nel ranch - insieme a La Battaglia e Furorema questa non è tanto una storia sulla vita nel ranch, perché il ranch è solo sullo sfondo. E' la storia dei suoi personaggi, incentrata sull'azione che si crea attraverso tensioni e dramma. I personaggi utilizzano i loro conflitti e desideri—essenzialmente le loro debolezze—come fulcro. E la cosa più bella è che non ci sono cattivi a tutto tondo. Perfino Curly, tutto ciò che fa è cercare di tenere sua moglie sotto controllo: è ovvio che ci tenga a lei, indossa un guanto di Vaselina per mantenere le sue mani morbide per lei e lei vuole solo "parlare con qualcuno". Tutti marciano essenzialmente verso un unico obiettivo, ma le proprie barriere sociali li trattengono dal legarsi.

Il libro, il dramma e i film contengono tutti queste idee. Il libro non ha la qualità esperienziale che ha il dramma e i film rispondono a esigenze cinematografiche: aprono la porta della baracca e ci fanno entrare il resto del ranch. L'incarnazione più serrata, drammatica e di impatto è la forma drammatica del testo teatrale.
Interpretandolo a Broadway sera dopo sera, posso accertarne la sua forza: anche se sai come andrà a finire, vuoi credere che forse questa volta le cose funzioneranno, forse non finirà tragicamente, forse i ragazzi lo troveranno il "Posto" alla fine e quando non lo trovano, cadono le lacrime. E' una forza della natura.

fonte @VICE, traduzione italiana Chiara Fasano

Nessun commento:

Posta un commento